ECCELLENZA TOSCANA NEL MONDO
Il Panno Casentino come missione
Forte di oltre 50 anni d’esperienza nel settore manifatturiero, la Premiata Tessitura TACS tiene alto il nome del Casentino attraverso una produzione d’eccellenza, basata sul più ferreo rispetto delle secolari fasi di lavorazione del famoso Panno. Nata dalla lungimiranza di Bruno Savelli e rafforzatasi negli anni grazie a suo figlio Massimo (nel 2016 insignito del titolo di Maestro Artigiano), l’azienda guarda oggi al futuro sotto la guida di David, terza generazione di una famiglia focalizzata sulla tradizione. Traits d’union con il passato sono infatti la passione per uno stile che affonda le proprie radici nella Toscana Rinascimentale e l’amore per un prodotto che è e vuole conservarsi simbolo indiscusso d’eleganza in Italia e nel mondo. Per questo, alla vendita diretta a prezzi di fabbrica si unisce la presenza in ambienti fieristici di prestigio, oltre l’esportazione di prodotti TACS negli USA e in Gran Bretagna, Germania, Olanda, Portogallo, Giappone, Corea e Vietnam: un’esperienza riuscita che garantisce al Made in Italy un ulteriore punto forza basato sul binomio qualità - prezzo.
IL CASENTINO
un’opera d’arte a cielo aperto
Chiusa come un fiore al mattino dall’Appennino tosco - romagnolo, dal Pratomagno e dall’Alpe di Catenaia, il Casentino, con i suoi borghi caratteristici e le sue foreste incontaminate, è terra di incommensurabile bellezza. Da Pratovecchio Stia a Capolona questa vallata, che conta oggi 12 comuni e quasi 50.000 abitanti, è unanimamente riconosciuta come territorio ricco di interesse per ogni tipo di visitatori: di fondamentale importanza è la presenza di Camaldoli e La Verna, centri della religiosità cattolica, ma non secondaria è di certo la ricchezza archeologica del territorio, costellato di siti etruschi, chiese romaniche e manieri medievali.
Notevole è anche la gelosa custodia di inestimabili capolavori d’arte, a cui si aggiunge l’inesauribile ricchezza di affascinati percorsi in natura all’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna. Natura e opera dell’uomo convivono in una simbiosi inscindibile formando un caleidoscopio di colori e immagini che coinvolgono il visitatore in sensazioni d’altri tempi. Dall’ombra dei castelli ai caratteristici campi mietuti d’estate, dalle sagre popolari alle iniziative culturali, il Casentino mantiene inalterato il proprio magico potere di gioiello incontaminato tutto da scoprire.
IL PANNO CASENTINO
Una storia secolare
La tradizione laniera del Panno Casentino affonda le proprie origini nella Stia medievale: le condizioni climatiche e orografiche del territorio hanno imprescindibilmente legato lo sviluppo di quest’area alla produzione tessile sin dal XIII secolo. L’allevamento di ovini, già presente in età etrusca e romana, divenne attività predominante nel corso del XV secolo, conseguentemente alla forte domanda di lana da parte del polo tessile fiorentino. Contemporaneamente, prese campo l’artigianato manifatturiero in orbace (tessuto con i quali i Monaci Camaldolesi e i Frati della Verna confezionavano i propri sai) recluso tuttavia ad un mercato ristretto a causa dei vincoli imposti dalla Repubblica di Firenze. La nascita del primo Panno Casentino è attestata nel 1537: il successo di questo nuovo prodotto fu velocissimo. Le caratteristiche di ruvidezza e compattezza conquistarono immediatamente i ceti popolari,che, sopratutto nel caso di pastori, mercanti e carrettieri, necessitavano di mantelle resistenti alle intemperie e all’uso prolungato. Nonostante la sostanziale rozzezza dei prodotti finiti, questo tessuto finì per intimorire alcuni lungimiranti funzionari fiorentini, che ne intuirono la potenzialità di mercato per i prezzi concorrenziali: nel 1616, una legge di Cosimo II limitava la vendita del Casentino alle sole aree di produzione, di fatto impedendone l’esportazione al di fuori della vallata. Nonostante le vessazioni coorporative e l’avversità dei governanti fiorentini, nel corso del XVI° e XVII secolo le gualchiere e gli artigiani lanaioli continuarono a diffondersi a Stia come in tutta la vallata: con il passare del tempo, il soddisfacimento della crescente richiesta passò attraverso la trasformazione delle manifatture tessili in centri industriali. A metà ‘800 iniziarono a sorgere i primi lanifici, destinati a cambiare fortemente la stessa storia sociale del Casentino. Dapprima Stia (1830) e Soci (1848), poi Rassina e Pratovecchio, divennero infatti importanti realtà produttive, capaci di dare lavoro a centinaia di abitanti. In questa fase, il tessuto subì una rivoluzionaria evoluzione, raffinando la lavorazione e divenendo una stoffa di pura lana calda più leggera rispetto all’originale. Tramite l’innovativa pratica della rattinatura”, il Casentino acquisì il particolarissimo e inconfondibile “ricciolo”, caratteristica che ancora oggi lo rende molto apprezzato nell’alta moda. Il XIX secolo è anche il periodo di affermazioni delle nuove vivaci colorazioni che andarono affermandosi sulla vecchia gamma di colori cupi come il fratino, il topo e il rosso. A tal proposito, la leggenda narra che l’arancio e il verde acceso - rappresentanti secondo una celebre interpretazione di D’Annunzio «il fuoco del tramonto e il verde dei boschi della valle aretina» - fossero più realisticamente frutto di errori di tintura: i primi utilizzi dell’allume di rocca come mordenzante assieme a coloranti non proprio azzeccati portò infatti ad un curioso ma utile disguido: le due nuove colorazioni, richieste per prime dai dai pastori locali e ben presto anche dalle classi abbienti, folgorati da quell’originalissima vivacità. A partire dalla seconda metà del 1800, il Panno Casentinese conobbe insomma un vero boom, tanto da divenire uno “status symbol” anche dell’alta borghesia, specie utilizzato come sgargiante ed eccentrico abito da caccia o da cavalcatura. basti pensare che grandi personaggi dell’Italia Unita, come Bettino Ricasoli, Giuseppe Verdi e Giacomo Puccini, non rimasero immuni al fascino del panno, indossando in varie occasioni produzioni “casentinesi”.
LA LINEA COUNTRY
Il fustagno e la riscoperta di un classico
Al Panno Casentino TACS affianca la produzione di confezioni in fustagno, tessuto ricco di storia reso famoso dalla propria resistenza e robustezza. Nato al Cairo ed originariamente composto da trame in lino e cotone, il fustagno in età medievale era un lussuoso manufatto esportato dai mercanti italiani in tutta Europa. Con il XVII secolo, l’abbattimento dei costi finì per reinventare questo tessuto esclusivamente in cotone, con un conseguente crollo dei prezzi che determinò la mercificazione del prodotto: così da ambito vestiario per nobili divenne materia prima per la realizzazione di biancheria da letto, per abbigliamento da caccia e per abiti da fatica dei contadini italiani. Famose rimangono le immagini dei capi in fustagno indossati dai butteri toscani, spesso nel caratteristico color oliva. Oggi questo tessuto, rivalutato per le sue caratteristiche di morbidezza al tatto e per l’eccezionale durata, ritorna in auge come prodotto di moda: TACS è artefice di questo successo attraverso un’esclusiva collezione Country, dove l’eccellenza dei prodotti è doveroso omaggio alla tradizione tessile originale.
LA RETE PRODUTTORI DEL PANNO CASENTINO
“Qualità è soddisfare la necessità del cliente e superare le sue stesse aspettative continuando a migliorarsi”
(William E. Deming)
L’esperienza ci ha insegnato che due sono le caratteristiche che portano al successo: il severo controllo della produzione e la capacità di collaborare con aziende che adottino la nostra stessa dogmatica intransigenza. Da questa visione, nel 2015 è nata tra TACS s.n.c, Manifattura Casentinese s.r.l. e KRIMA s.r.l. la RETE DEI PRODUTTORI DEL PANNO CASENTINO, un nuovo marchio registrato garante del rispetto delle fasi produttive e della qualità dei finiti. La certificazione dei singoli prodotti è contrassegnata dalla presenza del brand sui nostri capi, il quale certifica che la filiera produttiva è avvenuta in Casentino e secondo i canoni nazionali del Made in Italy. Con questa ulteriore attenzione, TACS assicura ogni giorno una produzione di Panno Casentino originale che non colpisca soltanto per estetica, ma racchiuda in se quelle qualità (anche più impercettibili) determinanti per l’eccellenza